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"Straniamento", alle Murate l'arte coreana in mostra

Un tuffo nella cultura coreana, alla scoperta di alcuni dei suoi più rappresentativi artisti contemporanei. Ha preso il via ieri giovedì 30 marzo la mostra "Straniamento. Seemingly familiar or seemingly unfamiliar" ​​​​​​​​​​a Le Murate. Progetti Arte Contemporanea, in occasione del Korea Film Festival, l’appuntamento che da 15 anni avvicina Firenze alla cultura di questo paese attraverso un palinsesto ricco di eventi. Un’esposizione di una ventina di opere, tra videoinstallazioni, fotografie, opere pittoriche e sculture anima lo spazio di arte contemporanea in piazza delle Murate.

Protagonisti sette artisti coreani, in parte noti al pubblico italiano grazie alla Biennale di Venezia, in parte presentati per la prima volta. Tra loro Jongku Kim, che, presente al vernissage, ha subito dopo realizzato dal vivo un’opera site specific, lavorando su tela con polvere d’acciaio, materiale che negli ultimi anni è al centro della sua sperimentazione.

Oltre a Jongku Kim, in mostra c’è Chanhyo BAE, con alcune opere della sua serie fotografica “Existing in Costume”, in cui ritrae sé stesso fingendosi un aristocratico dei secoli scorsi. Gli altri artisti sono Minjeong GUEM, che indaga il tema dello spazio sfruttando i più svariati strumenti espressivi, dalla scultura allo spettacolo, Sungpil HAN, che predilige fotografia, moving image e installazioni, Yiyun KANG, internazionalmente nota per opere di  “videomapping”, Seoungwon WON, che rielabora la sua opera fotografica con la meticolosità di un collage, Jihye YEOM, che utilizza installazioni video per raccontare scenari geopolitici. Le curatrici sono Jiyoung LEE, rappresentante della Platform A e Kko-kka LEE, ex-responsabile Pianificazione e Sviluppo Programma Accademico alla Busan Biennale 2016.

Il titolo della mostra, "Straniamento", vuol richiamare una sensazione di lontananza e alienazione: il paesaggio, tema principale delle opere esposte, viene declinato in forme innovative e originali, rivela aspetti insoliti e prospettive inattese. Una vera immersione a 360 gradi in una cultura ancora poco nota al pubblico occidentale, attraverso il linguaggio visuale, per riscoprire sentimenti condivisi e valori comuni.


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