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Hokusai, Kuniyoshi e Utamaro presso Florence Tattoo Convention 2018

Mostra di opere UKYIO-E a cura di LACRIMANERA ART GALLERY provenienti direttamente dalla fondazione Adachi in Giappone grazie alla 74/b & Milano Printmakers (Via Bisceglie, 74/b – Milano) che ci ha permesso di approfondire la conoscenza di questo splendido mondo.

Il lavoro di ricerca dell’Adachi Institute si occupa di preservare l’antico processo di realizzazione dell’Ukyio-e, mantenendo in vita questa tecnica e preparando nuovi artisti in grado di portare avanti la tradizione, riportando a nuova vita i disegni originali dei grandi maestri.

L’arte giapponese della stampa su matrice di legno era chiamata Ukiyo-e o “del mondo fluttuante”, perché si era andata perfezionando nel periodo Edo (1603-1868) quando una nuova cultura mercantile edonista utilizzò il termine per definire il mondo moderno, alla moda, sensuale ma transitorio ed effimero e quindi da godere appieno momento per momento, abbandonandosi alla corrente. Era espressione di un nuovo gusto estetico ed era un’arte popolare, prediletta dai cittadini che vi volevano ritratti gli attori del momento, le bellezze dei quartieri del piacere, i campioni del sumo, i luoghi celebri delle città.

Quest’arte straordinaria era ed è opera collettiva perché alla sua realizzazione contribuiscono più personalità: l’artista che crea il soggetto, l’incisore, lo stampatore. Dal lavoro accurato di ciascuno nasce un capolavoro unico. Il processo tradizionale prevedeva che si incollasse all’incontrario su una matrice di legno di ciliegio il disegno fatto su carta dall’artista, poi l’incisore (horishi) cesellava il legno seguendo il disegno in rilievo. Lo stampatore, infine, inchiostrava il disegno e applicava in seguito un foglio di carta che premeva più o meno fortemente servendosi di un tampone (baren) secondo l’effetto che desiderava ottenere. Nel caso delle stampe a più colori, si incideva e si utilizzava una matrice per colore (anche dieci, se necessario). Occorreva allora sistemare con precisione la posizione della carta sulle matrici, cosa che veniva fatta grazie a dei segni (kentō) sul legno e in seguito realizzate su carta pregiata di kōzo (gelso giapponese) per mezzo di inchiostri e colori naturali e con l’utilizzo di strumenti tradizionali.


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