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Festa della Stagion Bona 2016

A Panzano, caratteristico borgo nel Chianti, torna la tradizionale Festa della Stagion Bona: il 25 aprile il paese si anima per una giornata dal sapore antico. 

Dalle 11 sino a tarda notte le vie del borgo storico ospiteranno la rievocazione medievale, il corteo e gli sbandieratori, i trampolieri e il mangiafuoco ed anche mercatini, giochi medievali, musiche e danze, il tutto accompagnato da buon vino, il mangiar tipico toscano ed infine i fuochi d’artificio.

Alle 11 apertura degli stand gastronomici e mercatino; alle 16 corteo storico con impiccagione finale; alle 21 spettacolo di cabaret a cura di Bricco & Bracco; alle 22 musica in piazza e relativi balli sfrenati, alle 23 fuochi d'artificio.

L'ambientazione e la recita
Verrà messa in scena la faida tra i Gherardini e i Firidolfi, una rievocazione che coinvolge tutto il paese come figurante, e tanta tanta gente da tutta la Toscana.

Fatto storico: 
La giornata prende spunto da fatti realmente accaduti.
Tra i Gherardini del castello di Montagliari e i Firidolfi del vicino Castello di Panzano non correva buon sangue, anzi, il sangue scorreva.
Un giorno due dei Gherardini uccisero Antonio, fratello di Luca di Totto de' Firidolfi.
Luca giurò vendetta, come d'uso, ma i due inseguiti "per paesi e per boschi massimamente", si rifugiarono a Napoli. Luca, preso da altre faccende, potè mandare a compimento il suo proposito solo quattro anni dopo, nel 1346, quando seppe che il Gherardini superstite (l'altro era morto per i fatti suoi a Napoli) era a desinare a Santa Margherita a Montici, presso Firenze.
Radunati consorti ed armati, piombarono sul posto, "diedero il guasto agli edifici" e catturarono il Gherardini. "Gli fummo sopra e mandamolo in paradiso", come scrive proprio Luca nelle sue Ricordanze.

Curiosità: come è nata la festa?
Questa è la storia che i giovani dell'associazione "Il Grondino" rievocano a Panzano in Chianti nel pomeriggio del 25 aprile, cambiando ogni tanto il copione per esigenze di spettacolo: o decapitato, o morto impiccato, sempre però dopo un gustoso processo nel quale sono giudici i signori dei castelli chiantigiani in sfarzosi costumi d'epoca.
 


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