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Bobby Solo e BroadCash al Buh!

Venerdì 19 ottobre il BUH inaugura la stagione 2018/2019 con due ospiti d'eccezione. In occasione del cinquantennale dell'uscita dell'album “Live at Folsom Prison” e dell'uscita del loro EP tributo sbarcano al Circolo di Rifredi Bobby Solo e i BroadCash: la band che da 10 anni suona in tutta Italia il songbook del songwriter americano.  

Era il 1968 quando uscì il mitico album “Live at Folsom Prison” di Johnny Cash, registrato nell'omonima prigione statunitense. Venerdì 19 ottobre a distanza di 50 anni quel disco rivivrà con un concerto che si preannuncia a dir poco imperdibile. Sul palco del BUH! due dei nomi più credibili nella reinterpretazione del songwriter americano: da una parte i BroadCash, la band che da dieci anni propone in tutta Italia il repertorio di Cash, dall'altra Bobby Solo, l'artista italiano che meglio si è cimentato con il country/folk americano fin da tempi non sospetti. 

Un felice connubio da cui nasce persino un EP, un omaggio a Johnny Cash intitolato “BroadCash play CASH feat Bobby Solo” pubblicato in edizione limitata rigorosamente in vinile dall’etichetta Area Pirata (https://areapiratarec.bandcamp.com).

Johnny Cash è uno di quei nomi diventati icona. C’è chi lo ama per aver rivoluzionato il country’n’roll negli anni ’50, chi lo adora per i duetti con la moglie June Carter, chi non può fare a meno di ascoltare le registrazioni fatte da settantenne con Rick Rubin, chi ha in casa il poster in cui mostra il dito medio, chi lo ha sempre creduto migliore di Elvis, chi lo ha conosciuto grazie al film Walk the Line e, chi canta solo il ritornello di Ring of Fire, ma comunque non lo dimentica.

Bobby Solo non è nuovo a celebrazioni delle origini del country e rock. Fuori da ogni schema, non ama essere conforme. Anarchico, vive solo per la musica, la chitarra, gli amplificatori. Ha incontrato i BroadCash (Yari Spadoni: chitarra acustica e voce, Matteo Gioli: chitarra elettrica, Francesco Lazzerini: contrabbasso e Lorenzo Cotrozzi: batteria) in un infuocato concerto pisano di cui era la guest star e da quel giorno è nata un’affinità elettiva sfociata nella registrazione di quattro pezzi old school: I Walk the Line, Cry Cry Cry, Folsom Prison Blues e Big River. Quattro cavalcate nelle colline e nelle lande che idealmente uniscono l’Italia con gli Stati Uniti, per un omaggio tutto cuore che non mancherà di far ballare anche i tavoli. In chiusura il Djset di Aladino, rigorosamente a base di vinili rock anni '50 e '60.
 
Area cibo a cura di Panino Tondo che a partire dalle 20 stazionerà all'interno del circolo con un ricca selezione di hamburger in perfetto stile americano.  


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