Economia

Origine dell'uva sull'etichetta: polemica contro il nuovo regolamento UE

Il vicepresidente del Consiglio regionale: "E’ un colpo mortale per la Toscana e per l'Italia, dove il settore vitivinicolo fa registrare 15 miliardi di fatturato"

La notizia della modifica al regolamento europeo 607/09 da parte della Commissione Europea, che toglie l'obbligo di origine delle uve per il vino da tavola, vede il vicepresidente del Consiglio regionale della Toscana, Marco Stella (Forza Italia), prendere una dura posizione: “E’ un colpo mortale per la Toscana e per l'Italia, dove il settore vitivinicolo fa registrare 15 miliardi di fatturato e 1milione e 200mila posti di lavoro – spiega - La Regione Toscana intervenga subito, io porterò la questione in aula alla prossima seduta dell'assemblea toscana. Noi siamo a fianco delle associazioni degli agricoltori e dei viticoltori, che stanno scendendo in campo per far ritornare l'UE sui suoi passi - assicura Stella - L'Italia deve opporsi con tutte le forze alla modifica del regolamento sull'etichettatura dei vini. Il pericolo è molto grave perché rendendo obbligatorio solo il luogo della vinificazione, ma non quello di origine delle uve, di fatto qualsiasi Paese può dire di produrre vino italiano con vini o mosti provenienti da altri Paesi”.

Il vicepresidente dell'Assemblea toscana poi sottolinea: “Per capire l'importanza del settore vino nel nostro Paese, basti dire che nel 2018 l'export italiano ha segnato un nuovo record, con un aumento del 4% - E’ una battaglia che va fatta a 360 gradi a tutela del made in Italy e dei marchi italiani. E’ inaccettabile che prestigiosi brand vinicoli italiani vengano prodotti e commercializzati con lo stesso nome da altri Paesi: noi combatteremo fino alla fine chi vuole punire e danneggiare l'eccellenza italiana, e le nostre aziende”.

A porre l’attenzione sul Made in Italy è anche la Coldiretti, dopo il freno del 4% del tasso di crescita delle esportazioni agroalimentari Made in Italy in Canada, in seguito all’entrata in vigore provvisoria del trattato di libero scambio (CETA) il 21 settembre 2017. “E’ a tutti noto che la crescita economica del nostro Paese è dovuta allo sviluppo dell’export - commenta Fabrizio Filippi, presidente di Coldiretti Toscana - perché la domanda interna ancora è in stagnazione”.

La Coldiretti sottolinea come il Canada sia uno dei principali destinatari dell’export agro-alimentare toscano, collocandosi al quinto posto con un valore annuo che supera abbondantemente i 100 milioni di euro, i due terzi dei quali vengono dall’export di vino: “Per non parlare – continua l’associazione di categoria - della proliferazione del falso Made in Italy. Per la prima volta nella storia l’Unione Europea legittima con il Ceta in un trattato internazionale la pirateria alimentare a danno dei prodotti Made in Italy più prestigiosi, accordando esplicitamente il via libera alle imitazioni che sfruttano i nomi delle tipicità nazionali.

Argomento sul quale interviene Antonio De Concilio, direttore di Coldiretti Toscana: “Bisogna stare molto attenti a missioni come quelle della Regione Toscana in Canada che mirano a valorizzare le produzioni del nostro territorio. Ciò va fatto a prescindere dal CETA che rende possibile l’export senza dazi per sole 4 denominazioni sulle 31 Dop ed IgP toscane, con una contropartita pesante in termini di penetrazione dei prodotti canadesi e non solo sul nostro territorio molto “preoccupanti” anche sul piano salutistico a cominciare dalla carne. Per questi motivi l’avvio di una mobilitazione popolare nei confronti dell’Unione Europea per fermare il cibo anonimo e proteggere la salute”.  L’appello  ai cittadini, infatti, è  a firmare la petizione presso tutti i Mercati di Campagna Amica e le oltre 50 sedi Coldiretti sul territorio toscano.
 


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