Cronaca

Coronavirus, verso un nuovo Dpcm e i colori delle Regioni dopo la Befana

Tra due settimane scadono gli effetti degli ultimi decreto legge e Dpcm, mentre il 7 gennaio cessano le restrizioni introdotte per le feste. Cosa succede dopo?

Foto @Ansa

L'Italia comincia il 2021 in zona rossa, con le norme restrittive anti contagio imposte dal governo ancora in vigore per scongiurare una terza ondata di coronavirus.

Il Paese resterà in zona rossa fino al prossimo mercoledì 6 gennaio compreso, con la sola eccezione di lunedì 4 gennaio, quando invece sarà zona arancione. Il coprifuoco torna dalle 22 alle 5 (nella notte di Capodanno era esteso fino alle 7 del mattino).

Allo stesso tempo, venerdì 15 gennaio scadono gli effetti del decreto legge del 2 dicembre e del Dpcm del 3 dicembre, mentre il 7 gennaio cessano le restrizioni del Natale 2020 che hanno portato l'Italia in zona rossa e arancione "a singhiozzo".

Cosa accadrà dopo? A quali attività sarà consentita la riapertura e in quali aree si troveranno le regioni italiane? Il governo programma la riapertura di alcune attività a gennaio, insieme al decreto legge e al Dpcm che sostituiranno quelli in vigore fino al 15 dicembre.

Per quanto riguarda le scuole c'è già una data, quella del 7 gennaio, per la ripresa della frequenza in presenza al 50%.

Proprio ieri c'è stato il via libera alla ripresa delle lezioni in presenza nella scuola al 50% da giovedì 7 gennaio.

Il ministero dell'interno, in una nota, ha annunciato che "le prefetture hanno adottato i documenti operativi all'esito dei lavori dei tavoli di coordinamento scuola-trasporti istituiti in tutte le province in vista della ripresa" e "dell'ordinanza del ministro della Salute del 24 dicembre 2020 che limitatamente al periodo 7-15 gennaio riduce la presenza in classe al 50%".

Nuovo Dpcm e chiusure dopo il 15 gennaio 2021

Poi ci sono le attività produttive: per i bar e i ristoranti, fino a nuove decisioni, rimarrà in vigore il sistema delle zone gialla, arancione e rossa e quindi gli esercizi potranno aprire fino alle 18 se si trovano nelle aree con minori restrizioni oppure potranno solo fare servizio d'asporto e consegna a domicilio negli altri casi.

Ma sarà necessario valutare i numeri dell'emergenza. E i numeri dell'ultimo dell'anno sono brutti: sono 23.477 i nuovi casi registrati nelle ultime 24 ore in tutta Italia, nel bollettino del 31 dicembre 2020, su un totale di 186.004 tamponi processati (i nuovi casi in Toscana sono stati 632).

Se è vero che il numero dei test è aumentato (il 30 dicembre erano stati 169mila) va sottolineato che il numero dei positivi ha fatto un balzo importante dai 16.202 del bollettino precedente. Il tasso di positività pertanto è tornato a crescere in maniera importante, fino al 12,6%.

Ma torniamo al Dpcm che sostituirà quello in vigore fino al 15 gennaio 2021 con le ipotesi sulle chiusure.

La chiusura di teatri, cinema, palestre e piscine potrebbe continuare anche dopo le festività. È infatti probabile la proroga delle chiusure per l'emergenza coronavirus anche dopo il 15 gennaio, quando scadrà il Dpcm firmato dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte il 3 dicembre e ne entrerà in vigore uno nuovo.

A minacciare la possibilità di riaprire, il timore di una terza ondata e degli effetti della variante inglese scoperta nelle scorse settimane. Restano ancora l'incognita della riapertura dello sci, dopo le osservazioni del Comitato tecnico scientifico. È probabile dopo la scadenza del 15 gennaio una proroga dello stop ai teatri, agli spettacoli all'aperto, ai cinema, alle palestre e alle piscine al chiuso.

Si torna alla zona rossa, arancione e gialla

Il governo ha precisato che qualsiasi decisione sarà presa sulla base dei dati epidemiologici che arriveranno dopo l'Epifania.

Il 7 gennaio scadono infatti le misure restrittive natalizie ed entreranno in vigore di nuovo le fasce di colore in base all'andamento del contagio nelle regioni (zona rossa, zona arancione e zona gialla). Ogni nuovo provvedimento verrà preso prima di metà gennaio, dopo aver analizzato l'andamento dei contagi.

Se alcune chiusure, come sembrerebbe, dovessero protrarsi, alla platea già esistente si aggiungeranno altre attività che chiederebbero di rientrare nei ristori del governo. Il 31 gennaio, inoltre, scade lo stato di emergenza e, come dichiarato da Conte, non è esclusa un'ulteriore proroga.

Mercoledì 30 dicembre è stata diffusa la bozza del report dell'Istituto Superiore di Sanità e del ministero in cui non ci sono buone notizie per le regioni. Ovvero, secondo i dati in base ai quali si decide il regime delle zone gialle, arancioni e rosse:

l'epidemia in Italia si mantiene "grave ancora a causa di un impatto elevato sui servizi assistenziali";

nel periodo 8 - 21 dicembre 2020, l'indice di trasmissibilità Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 0,93 (range 0,89 - 1.02) in lieve aumento nelle ultime tre settimane; 

tre regioni (Veneto, Liguria, Calabria) hanno un Rt puntuale maggiore di 1, compatibile quindi con uno scenario di tipo 2;

altre 3 (Basilicata, Lombardia e Puglia) lo superano nel valore medio;

altre tre lo sfiorano (Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e Marche).

Per le valutazioni sui colori delle regioni in base alle fasce di rischio, gli esperti e il governo esamineranno i dati della curva epidemiologica nei primi dieci giorni del nuovo anno. Ma i primi segnali, come emerge dall'ultimo bollettino, non sono appunto positivi.


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