Attualità

Sanremo 2019: i testi delle canzoni dei toscani al festival

Dal giovanissimo Irama alla famosissima band dei Negrita

Le canzoni dei toscani in gara

Ieri sera è partita la 69esima edizione del festival di Sanremo. Direttore artistico anche per il 2019 è Claudio Baglioni, affiancato nella conduzione dagli attori Virginia Raffaele e Claudio. In gara ci sono cinque cantanti toscani, provenienti per lo più dalla costa.

I brani portati sull'Ariston dai toscani al festival 

Irama è uno dei più giovani (ha 22 anni) ad essere salito ieri sera sul palco dell’Ariston. E’ nato a Carrara e ha una fidanzata famosissima l’ex gieffina Giulia de Lellis. La sua canzone è dura visto che parla di abusi in famiglia.

La ragazza con il cuore di latta

(testo di Irama e Giuseppe Colonelli)

Fare l’amore è così facile credo

Amare una persona fragile meno

Linda è cresciuta con un cuore che non batte a tempo

E quando era piccola sognava di aggiustarsi dentro

Diceva di essere diversa

Cercava le farfalle lì appoggiata alla finestra

Vedeva i suoi compagni che correvano in cortile

E lei che non poteva si sedeva e ci pensava bene a cosa dire

E se ogni tanto le chiedevo come mai non giochi

Diceva siediti qui affianco ed indicava su

Io in quella nuvola ci vedo solo un cuore vero

Perché il mio a volte si dimentica e non batte più

Così cercando di salvarla

A sedici anni il suo papà le regalò un cuore di latta

Però rubò il suo vero cuore con freddezza

In cambio della vita

E non lo senti che

Questo cuore già batte per tutti e due

Che il dolore che hai addosso non passa più

Ma non sei più da sola ora siamo in due

Io ci sarò comunque vada

Ci sarò comunque vada

Fare l’amore è così facile credo

Amare una persona fragile meno

Linda è cresciuta così in fretta da truccarsi presto

Talmente in fretta che suo padre non fu più lo stesso

A scuola nascondeva i lividi

A volte la picchiava e le gridava soddisfatta

Linda sentiva i brividi quando quel verme entrava in casa sbronzo

E si toglieva come prima cosa solo la cravatta

E se ogni tanto le chiedevo come mai non esci

Diceva siediti qui affianco ed indicava su

Io in quella nuvola ci vedo solo un cuore vero

Adesso dimmi in quella accanto cosa vedi tu

Ma chi ha sofferto non dimentica

Può solo condividerlo se incrocia un’altra strada

Per ragazza più bella del mondo con il cuore di latta

Sappi che io ci sarò

Comunque vada

E non lo senti che

Questo cuore già batte per tutti e due

Che il dolore che hai addosso non passa più

Ma non sei più da sola ora siamo in due

Io ci sarò comunque vada

Ci sarò comunque vada

Fare l’amore è così facile credo

Amare una persona fragile meno

Linda è cresciuta con un cuore che non batte a tempo

Ma adesso dentro la sua pancia batte un cuore in più

E non lo senti che

Questo cuore già batte per tutti e due

Che il dolore che hai addosso non passa più

Ma non sei più da sola ora siamo in due

Io ci sarò comunque vada

Ci sarò comunque vada

Francesco Motta (in arte Motta) è pisano, ha 32 anni e anche lui ha una fidanzata molto famosa, l’attrice Carolina Crescentini. All’Ariston ha portato un brano molto politico che parla dell’Italia di oggi

Dov’è l’Italia?

(testo di Motta)

Perché nascosto sono stato quasi sempre

Tra chi vince e chi perde

A carte scoperte

Mentre qualcuno mi guarda

E qualcun altro mi consuma

Per ogni vita immaginata

C’è la mia vita che sfuma

E in un secondo penso a chi mi è stato accanto

In un pensiero lontano

Ma nello stesso momento

Tu su un tappeto volante

Tra chi vince e chi perde

E chi non se la sente

Dov’è l’Italia amore mio?

Mi sono perso

Dov’è l’Italia amore mio?

Mi sono perso

Dov’è l’Italia amore mio?

Mi sono perso anch’io

Come quella volta a due passi dal mare

Fra chi pregava la luna

E sognava di ripartire

L’abbiamo vista arrivare

Con l’aria stravolta di chi non ricorda cos’era l’amore

E non sa dove andare

Da quella volta nessuno l’ha più vista

Da quella volta nessuno l’ha più vista

E in un momento penso a te che mi stai accanto

In quella notte d’estate

Che mi hai insegnato a ballare

E mi immagino lei

Fra le stelle ed il sole

Sul tappeto volante

Tra chi vince e chi perde

E chi non se la sente

Dov’è l’Italia amore mio?

Mi sono perso

Dov’è l’Italia amore mio?

Mi sono perso

Dov’è l’Italia amore mio?

Mi sono perso anch’io

Mi sono perso anch’io

Dov’è l’Italia amore mio?

Mi sono perso

Dov’è l’Italia amore mio?

Mi sono perso

Poi ci sono gli Zen Circus, famosa band pisana. Il gruppo è composto da Andrea Appino, Karim Qqru, Massimiliano ‘Ufo’ Schiavelli e Francesco Pellegrini.  A Sanremo hanno portato un brano dai ritmi folk –rock  che punta a riflettere su vari temi sociali.

L’amore è una dittatura

(brano scritto dalla band)

Ci hanno visti nuotare in acque alte fino alle ginocchia

Ed inchinarci alle zanzare pregandole di non mescolare

Il nostro sangue a quello dei topi arrivati in massa con le maree

Le porte aperte, i porti chiusi, e sorrisi agli sconosciuti

Che ci guardano attoniti mentre ci baciamo,

Da uomo a uomo, mano nella mano

Una sigaretta non lo racconta ci vuole forse una vita intera

O una canzone non certo questa,

Altri maestri, altri genitori

Che non rinfacciano quello che sei, quello che vuoi

Quello che eri

Esistere è giusto un momento

Chi vive nel tempo muore contento

E sì, ci hanno visti contare le pietre di questo deserto

Pazienza, perdere tempo con il cielo, farlo di lavoro

Pagati per immaginare qualcosa che non puoi fotografare

Mi spiego meglio, senza nascondermi dietro a cazzate

Scritte per caso in questa palestra dell’orrore

Ecco la pietra, ecco il peccato,

Un cane pastore lo fa per amore,

Non per denaro, non per rancore,

Non per la lana esiste il gregge

Né per la legge

Siamo delle antenne, dei televisori

Emettiamo storie che fanno rumore

Cerchiamo la donna della vita o l’uomo della morte

Strade interrotte, eterni sorrisi, figli sangue del nostro lavoro

Non ci somiglieranno, figli ormai del mondo intero

E perdere la monotonia di quando tutto era al suo posto

I topi cacciati, debellati, mostri tutti sotto al letto

E lasciar volare via quell’abbraccio conosciuto

Di chi in nome del tuo bene ha distrutto il tuo passato

Quando arrivi tu se ne vanno gli altri

Sai che non va bene ma ti piace arrangiarti

Come fanno in quei paesi che non sappiamo pronunciare

Ma che ci piace addomesticare a parole

Ero presente al momento dei fatti

Il fatto non sussiste

Mettetelo agli atti

Ma non hai paura di nessuno

Se non della tua statura

Hai la democrazia dentro al cuore

Ma l’amore è una dittatura

Fatta di imperativi categorici

Ma nessuna esecuzione

Mentre invece l’anarchia la trovi dentro ogni emozione

Tu stammi vicino, anzi lontano abbastanza

Per guardarti il viso dalla stanza dei miei occhi

Aperti o chiusi, non importa

Sono occhi quindi comunque una porta aperta

Il tempo passa lo senti da questo orologio

Mentre lavori dentro un bar, ad una pressa o in un ufficio e…

E speri ancora che qualcuno sia lì fuori ad aspettarti,

Non per chiederti dei soldi, neanche per derubarti,

Non per venderti la droga e soffiarti il posto di lavoro

Ma per urlarti in faccia, che sei l’unica, sei il solo

Sei l’unica, sei il solo

Poi ci sono i Negrita, l’affermatissima band aretina che torna a Sanremo dopo 16 anni. Il brano di quest’anno è incentrato  sulla ribellione giovanile.

(testo scritto dal frontman del gruppo e da il Cile - altro componente della band -)

I ragazzi stanno bene

Tengo il passo sul mio tempo concentrato come un pugile

Sarà il peso del mio karma o la mia fortitudine

Con in mano una chitarra e un mazzo di fiori distorti

Per far pace con il mondo dei confini e passaporti

Dei fantasmi sulle barche e di barche senza un porto

Come vuole un comandante a cui conviene il gioco sporco

Dove camminiamo tutti con la testa ormai piegata

E le dita su uno schermo che ci riempie la giornata

Ma non mi va

Di raccogliere i miei anni dalla cenere

Voglio un sogno da sognare e voglio ridere

Non mi va

Non ho tempo per brillare voglio esplodere

Ché la vita è una poesia di storie uniche

E poi trovarsi qui sempre più confusi e soli

Tanto ormai non c’è più tempo che per essere crudeli

E intanto vai, vai che andiamo dentro queste notti di stelle

Con il cuore stretto in mano e con i tagli sulla pelle

Ma i ragazzi sono in strada, i ragazzi stanno bene

Non ascoltano i consigli e hanno il fuoco nelle vene

Scaleranno le montagne e ammireranno la pianura

Che cos’è la libertà? Io credo: è non aver più paura

Di piangere stasera, di sciuparvi l’atmosfera

E di somigliare a quelli come me

Non mi va…

Di lasciarmi abbandonare, di dovermi abituare

Di dovermi accontentare

Sopra di noi la gravità

Di un cielo che non ha pietà

Pezzi di vita che non vuoi perdere

Giorni di festa e altri da lacrime

Ma ho visto l’alba e mette i brividi, i brividi…

In gara anche il 32enne livornese Enrico Nigiotti. La canzone che ha portato sull’Ariston è dedicata a suo nonno e a una Livorno che non c’è più.

Nonno Hollywood

Certe cose fanno male

Mica le puoi trattenere

Non c’è modo di cambiare quello che non ti va bene

Dicono che con il tempo tutto quanto passa… ma quand’è che passa!?

Perché non mi passa…

E ricordo proprio adesso ogni volta che ridevi,

Ogni volta che per strada ti fermavi e litigavi con la gente che agli incroci ti suonava il clacson…

Nonno mi hai lasciato dentro ad un mondo a pile

Centri commerciali al posto del cortile

Una generazione con nuovi discorsi

Si parla più l’inglese che i dialetti nostri

Mi mancano i tuoi fischi mentre stai a pisciare

Mi manca la Livorno che sai raccontare

Stasera chiudo gli occhi ma non dormirò… non dormirò… non dormirò

Stasera chiudo gli occhi ma non dormirò… non dormirò… non lo so

Quanto è bella la campagna e quanto è bello bere vino

Quante donne abbiam guardato abbassando il finestrino

La ricchezza sta nel semplice… semplice…

Nel semplice sorridere in un giorno che non vale niente

Sembra un po’ il secondo tempo

Di una finale da scordare

Come un taxi alla stazione che non riesci a prenotare

Siamo ostaggi di una rete che non prende pesci… ma prende noi

Nonno sogno sempre prima di dormire

Cerco di trovare un modo per capire

Corriamo tra i sorrisi dei colletti «giusti»

Ma se cadiamo a terra poi son cazzi nostri

La vita adesso è un ponte che ci può crollare

La vita è un nuovo idolo da scaricare

Stasera chiudo gli occhi ma non dormirò… non dormirò… non dormirò

Stasera chiudo gli occhi ma non dormirò… Non lo so

E quindi…

Mi tengo stretto addosso i tuoi consigli

Perché lo sai che qua non è mai facile

Per chi fa muso contro, ancora

E quindi

Per ogni volta che vorrò sentirti

Chiuderò gli occhi su questa realtà

Nonno mi hai lasciato dentro ad un mondo a pile

Una generazione che non so sentire

Ma in fondo siamo storie con mille dettagli

Fragili e bellissimi tra i nostri sbagli

Mi mancano i tuoi fischi mentre stai a pisciare

Mi manca la Livorno che sai raccontare

Stasera chiudo gli occhi ma non dormirò… non dormirò… non dormirò

Stasera chiudo gli occhi ma non dormirò… non dormirò… non dormirò

Stasera chiudo gli occhi ma non dormirò… non dormirò… non lo so


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